mercoledì 22 giugno 2022

*** Il cactus non ha colpa*** di Roberta Marcaccio


 Cosa accade quando, dopo aver dedicato la nostra vita al lavoro, ci troviamo a 45 anni a subire una forte ingiustizia? Metteremo noi stessi al primo posto o abbasseremo il capo subendo scelte scorrette e mortificanti?

È questa la situazione in cui si trova Rebecca dopo 24 anni di lavoro in un'azienda a cui ha dato tanto e che finora le ha anche restituito tanto in termini di soddisfazione professionale e rapporti umani.

La prima reazione è di rabbia, torna a casa e scaraventa contro il muro la prima cosa che le capita tra le mani, un vaso con dentro un cactus.

Ma il cactus non ha colpa.

Da qui parte il racconto di Rebecca, una narrazione che alterna presente e passato in maniera logica per meglio entrare nella storia.

Il grande pregio che ho trovato nella scrittura di Roberta, a parte la naturale scorrevolezza, è la capacità di creare empatia. I personaggi non rimangono attori e noi semplici spettatori ma si crea una sinergia che ti porta a sentire ciò che accade come se lo stessi vivendo in prima persona o come se Rebecca fosse una cara amica.

Il tema del romanzo è sicuramente attuale, pur vivendo una situazione lavorativa per fortuna serena , mi sono chiesta quale sarebbe stata la mia scelta.

Non vivendo in prima persona risponderei che non avrei ceduto a compromessi mortificanti ma, a 47 anni, non so se riuscirei a cogliere questa opportunità come una rinascita rimettendomi in gioco.

Devo anche dire che il dubbio è frutto della mia situazione personale: considerata l'età, la famiglia, una figlia non ancora maggiorenne e un mutuo ancora in corso non credo riuscirei a fare pesare me stessa di più sul piatto della bilancia.

Rifletto dunque sul fatto che, in una situazione del genere, ciascuno sceglierebbe in maniera personale, in base al proprio vissuto, e non c'è una decisione giusta e una sbagliata.

Non vi anticipo perché Rebecca è stata demansionata e non vi anticipo la sua scelta perché dovrete leggere il romanzo per saperlo.

Se però vi capita di subire un'ingiustizia, se vi sentite frustrati, tornando a casa non scagliate nulla contro il muro. Il cactus non ha colpa.

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